Alexander Elder – traderpedia

““You can be free.
You can live and work anywhere in the world.
You can be independent from routine and not answer to anybody”.
(Dr. Alexander Elder, Trading for a Living
)

Uno dei personaggi più intriganti della scena finanziaria d’oltreoceano è sicuramente Alexander Elder, l’incarnazione vivente del sogno americano. Forse la prima cosa che si nota del “dottor” Elder (come si fa chiamare) è il suo forte accento, frutto delle sue origini russe, ma non è conosciuto solo per questo, e il successo della sua newsletter e le numerose recensioni dei suoi libri sulle più prestigiose riviste americane, stanno lì a dimostrarlo.

La storia di Alexander Elder

Nato a Leningrado, Alexander Elder è cresciuto in Estonia, all’epoca una delle più fiere repubbliche dell’Unione Sovietica. E questo spirito era ben presente nell’animo di Elder, che mai sopportò il “sistema”, e così sin da quando era ragazzo pensava il modo di fuggire. E d’altra parte, la Russia era un paese dove c’era qualcuno che prendeva decisioni per lui, mentre il suo desiderio era di prendere decisioni per sè stesso. Del resto, il padre era dirigente di una compagnia elettrica statale. Il resto della famiglia aveva tutta interessi nella medicina, e così anche il giovane Elder fu indirizzato agli studi di Ippocrate.

Ma anche allora, Elder pensava al modo di fuggire da quella realtà, e a dove andare: prese in considerazione sia l’Europa che gli Stati Uniti, ma scelse questi ultimi perché: “quello era il posto dove una persona poteva arrivarci in zattera e divenire americano. In altri paesi, pure dopo ventanni, ti avrebbero sempre trattato come straniero”.

Come parte del piano di fuga, Alex si fece assumere come medico di bordo di una nave mercantile, e così un giorno, mentre la nave era attraccata in un porto di una città africana, Elder saltò fuori, corse verso l’ambasciata americana e chiese asilo politico. Fu così che, dopo aver verificato i suoi precedenti, gli furono dati nuovi abiti, 20 dollari e un biglietto aereo per New York. Era il 1975. Una volta arrivato al Kennedy Airport, fu subito accolto da una organizzazione pro-immigrati, che gli trovò un posto come assistente statistico in un istituto psichiatrico.

Fino al 1979, la vita di Alex Elder era divisa fra la medicina e la famiglia (visto che nel frattempo si sposa e ha tre figli). L’incontro con i mercati finanziari è quasi accidentale: come ha lui stesso testimoniato, “in Russia non sapevo niente di queste cose; ma quando arrivai qui, iniziai subito ad interessarmi a tutti gli aspetti del sociale, e fu così che un’estate, fra i tanti libri che leggevo, mi capitò fra le mani “How to buy stocks” di Engels, che mi affascinò immediatamente. A partire da allora, iniziai a divorare giornali finanziari, e iniziai a comprare azioni, basandomi su aspetti fondamentali. Naturalmente, non sapevo praticamente niente di quel che facevo. Ero come un cieco che corre nella foresta, ma ciononostante, il mio primo investimento fu profittevole. Era meraviglioso. Mi sentivo invincibile. Leggevo il Wall Street Journal e compravo azioni basandomi su report che lì venivano pubblicati. Telefonai a casa, in Russia, dicendo che il mio conto era cresciuto del 50% in due settimane, e mia madre che mi ammoniva a non fare lavori disonesti, come onesta da generazioni era la mia famiglia. Ma quello era un campanello d’allarme. Presto infatti persi tutto quello che avevo guadagnato. Mi sentivo perso. Ma non mi rassegnai. Scoprii l’analisi tecnica prima, e i mercati a termine poi”.

In parte, il motivo per cui Elder si sofferma parecchio sulla disciplina, sta nella mancanza di regole con cui operava all’inizio della sua carriera di trader. Questo comportamento però non si estende alle newsletters: “quando mi stavo formando tecnicamente, mi abbonavo a tutte le newsletters; ad alcune di queste sono stato abbonato per anni, ad altre mi abbonavo quantomeno per un periodo di prova. Così facendo, andavo in cerca di una newsletter che mi insegnasse quale fosse il modo corretto di pensare del trader e come questi pervenisse alle sue decisioni”; ma la ricerca fu vana, e così decide di fondarne una tutta sua, la Elder Viewpoint on Futures, nel 1984, anche perché insegnare era la sua vera passione. Non solo, ciò gli avrebbe consentito di razionalizzare le sue idee; per sua stessa ammissione, scrive ogni weekend il piano di trading per la settimana successiva.

Nel frattempo, la sua newsletter aveva consensi oltre le sue più ottimistiche aspettative, e questo forse anche grazie al suo “sistema”, il Triple Screen Trading System, che appunto comporta l’analisi della tendenza su base settimanale, quotidiana ed intraday “Il mio suggerimento è di seguire i c.d. trend-following indicators, e il migliore fra questi su base settimanale è il Macd-histogram: se esso punto verso l’alto, qualsiasi iniziativa short è inibita; se si entra sul mercato, si entra solo per comprare “long”. Se invece punta verso il basso, solo le iniziative “short” sono consentite. Il secondo livello dell’analisi comporta il passaggio dall’analisi settimanale a quella quotidiana, e dai trend-following indicators agli oscillatori, come per esempio lo stocastico, preferibilmente a cinque giorni; il resto lo dice lui: “se il trend settimanale è rialzista, e gli indicatori veloci sono in ipervenduto, questo da il segnale per entrare lunghi sul mercato, e viceversa se gli indicatori su base settimanale mi danno un’indicazione di ribasso; ma quello che mi fa stare veramente tranquillo è l’applicazione di stop-loss veramente rigidi: se mi metto long, colloco lo stop sotto il minimo del giorno corrente (o di quello precedente, se più basso); e viceversa per lo short. E vero che ci sia il rischio di incappare in sbagliare in falsi segnali, ma il rischio di operare contro tendenza va sempre tenuto presente, e allora si opera di conseguenza”.

Conclusioni

Ecco, per concludere questo brillante profilo biografico, i punti su cui Elder si è più volte soffermato:

• Cicli. “Credo che i cicli siano estremamente importanti, ma non sempre essi sono presenti. Secondo me, il lavoro più brillante sui cicli è stato condotto da John Ehlers”.

• Elliott Wave Theory. “Molto difficile. La mia impressione è che per operare con le onde di Elliott occorre avere un occhio portato.
E’ come suonare il pianoforte, è un dono di natura. Ma se la teoria di Elliott provoca delle cocenti delusioni, non bisogna provare delusione.
E’ come dipingere: lo si può apprezzare, senza necessariamente essere degli artisti”.

• Indicatori. “Ci sono due categorie di indicatori: i trend-following indicators e gli oscillatori. I primi sono belli quando il mercato è in tendenza, ma sono letali quando il mercato si muove in trading ranges, e non sempre questo è possibile determinarlo a priori. Gli oscillatori sono superbi nel individuare i massimi e i minimi, ma quando la tendenza è definita, ti buttano subito fuori dal mercato. La bravura del trader sta dunque nel combinare queste due famiglie di indicatori, in modo da eliminare i fattori negativi, facendo emergere solo quelli positivi. Ogniqualvolta si sceglie un solo indicatore, e lo si ottimizza per inserirlo in un trading system, si compie una ingenuità: il mercato non lavora così, bisogna combinare diversi orizzonti temporali e differenti indicatori”.

• Il fattore determinante il successo. “Mantenere al minimo le perdite per la sopravvivenza nel lungo periodo. Non operare per il semplice gusto di farlo. Non calcolare mai la misura della propria performance, negativa o positiva che sia. Quando un buon avvocato o un medico stanno lavorando, si concentrano sul loro lavoro; non fanno mai il conto delle ore che verranno loro retribuite”.

• Continua formazione ed “education”. “Il trading è la cosa più bella che ci sia. Ti permette di apprezzare la vita. Ma per continuare ad essere un trader, occorre formarsi, studiare e approfondire sempre. Sono lieto di distribuire libri e videocassette, di partecipare a seminari, di far vedere alla gente i motivi del successo di altri trader”.

Concludiamo ricordando ai lettori che Alexander Elder va ricordato per aver pubblicato uno dei libri più apprezzati in analisi tecnica, “Trading for a living”, e per essere il fondatore della “Financial Trading Seminars”, situata a New York, e specializzata nella distribuzione dei best-sellers della materia, e nell’organizzazione di seminari tematici.

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